Artigos de Psicoterapia Integrativa
I.AN.T.I.
Istituto di Analisi Transazionale integrativa
Associazione culturale Roma ; essa si pone come punto di riferimento per coloro che sono interessati a conoscere e sviluppare le basi dellanalisi transazionale integrativa in Italia; Il testo che segue è lintroduzione al libro ALDILA DELLEMPATIA ed il capitolo primo. Entrambe le parte sollineano laspetto relazionale che è alla base dellapproccio integrativo.
AUTORI: R.G. Erskine, Moursund, Trautmann
ALDILA' DELL'EMPATIA:
una terapia del contatto in relazione
Ed: Brummel-Mazel 1999
Traduzione di Elena M. Guarrella
Prefazione
Perché qualcuno dovrebbe preoccuparsi di leggere la prefazione
di un libro come questo?
Molto probabilmente per avere unidea del fatto che il libro sia
o no, interessante abbastanza da essere letto, perciò incominciamo
a parlare di ciò di cui tratta questo libro e di ciò che
volevamo realizzare scrivendolo. Noi abbiamo stabilito due scopi principali
nello scrivere Al di là dellempatia, una terapia
di contatto della relazione: uno è quello di descrivere
la nostra teoria di terapia in modo chiaro e leggibile e laltro
di provvedere suggerimenti altrettanto chiari e leggibili di come i
terapeuti possono attualmente applicare questa teoria nella pratica
clinica.
Noi riconosciamo, naturalmente, il fatto che nessun libro può occupare
il posto del lavoro con i clienti, della supervisione, o dellosservare
un maestro terapeuta che conduce unintervista terapeutica. A
causa dellimportanza di esempi che portano dalla teoria in
trincea allo scambio di vita reale tra terapeuta e cliente, abbiamo
prodotto numerosi esempi presi da manoscritti di sessioni di reali
terapie che abbiamo condotto con i nostri clienti.
La Psicoterapia integrativa, il metodo di terapia sul quale questo
libro è basato, si focalizza sulla relazione.
Noi crediamo che per essere sano psicologicamente, infatti, in realtà per
essere completamente umani, bisogna essere in relazione con gli altri.
Noi abbiamo bisogno della relazione, abbiamo bisogno di passar tempo
con le persone che ci rispettano (ci valutano) e ci stimano, che sostengono
i nostri sforzi di esprimerci come unici individui e che ci nutrono
quando abbiamo bisogno di nutrimento e che anche ci approvano e gioiscono
della nostra abilità di prenderci cura di noi stessi.
La salute psicologica e la crescita si realizzano quando le persone
con cui siamo in contatto riconoscono questi tipi di necessità relazionali,
e quando queste persone rispondono appropriatamente ai nostri bisogni
relazionali.
Il disagio psicologico, in contrasto, nasce dal fallimento relazionale,
esperienza cumulativa di necessità relazionali non soddisfatte.
Al fine di partecipare a relazioni che incrementano la salute, bisogna
essere in grado di fare e mantenere contatti con se stessi e con le
altre persone. Il contatto è la pietra miliare della relazione, è quello
che rende la relazione possibile. Il lavoro fondamentale e principale
dello psicoterapeuta è di costruire labilità con il
suo o la sua cliente di mantenere il contatto. Il contatto interno,
contatto con se stessi ed il contatto esterno, contatto con gli altri.
Il contatto esterno coinvolge la totale consapevolezza della propria
esperienza interna, incluso i pensieri, le emozioni, i desideri, le
attitudini e le sensazioni. Il contatto esterno, similarmente, coinvolge
la consapevolezza di tutto ciò che è disponibile nellambiente
esterno, specialmente quella parte dellambiente fatto di altre
persone.
In un individuo psicologicamente sano il contatto interno ed esterno
interagiscono: ognuno dipende dallaltro e nessuno esiste isolatamente.
Mentre le persone si logorano per gli inevitabili traumi della vita,
grandi e piccoli, sviluppano modi di proteggersi dal dolore. Questi
modelli (comportamenti) di auto protezione utile, qualche volta anche
necessaria allinizio, possono diventare distruttivi man mano
che una persona si muove nelle nuove fasi della vita. Sfortunatamente
quella che è stata appresa come una risposta ad una situazione
traumatica specifica, tende a generalizzarsi, diventare un modo abituale,
in parte fuori della consapevolezza di rispondere al mondo.
Allorquando le risposte di una persona sono governate da questi livelli,
labilità di una persona di creare un contatto pieno è inquinata,
rovinata. Una scrittura automatica ha rimpiazzato linterazione
spontanea, creativa, piena di contatto (con se stesso, tra se stessi
e gli altri).
Il compito del terapeuta, noi crediamo, è di aiutare i clienti,
a rompere questi modelli scritti e a riscoprire la loro abilità a
relazionarsi con un contatto emotivo, reintegrando una parte di se
stessi che era andata perduta, nella consapevolezza e, come persona
intera, di avviarsi nel mondo una volta ancora.
In questo libro, si apprenderà ad assistere i clienti nel processo
di rimpiazzare, sostituire i modelli scritti con relazioni genuine
e piene di contatto.
S insegnerà ad usare i tre elementi terapeutici che noi
crediamo possano incrementare questo processo: indagine, sintonizzazione
e coinvolgimento. Attraverso unindagine piena di consapevolezza
di ciò che il cliente sta sperimentando e la creazione di una
sintonia, attenta a quella che è lesperienza che si sta
sviluppando e con il coinvolgimento appropriato al processo terapeutico,
lo psicoterapeuta integrativo può portare i clienti alla consapevolezza
e a trascendere i modelli auto protettivi che, sebbene una volta necessari
alla sopravvivenza, ora sono distruttivi.La psicoterapia integrativa
sta diventando una descrizione molto popolare e con la popolarità sono
introdotte una quantità di definizioni.
Sia in questo libro sia nel volume precedente, Psicoterapia
integrativa in azione integrativo ha due
significati: due implicazioni per cosa sta accadendo nella terapia.
Primo, come abbiamo descritto prima, noi aiutiamo il cliente ad integrare
il suo sé, a raggiungere la consapevolezza delle sensazioni, le
risposte, le abilità, le speranze, i sogni e le paure e fantasie
che erano scisse e sotterrate, come risultato di un trauma acuto e
cumulativo. In altre parole integrazione vuol dire diventare un tutto
di nuovo, con il pieno accesso a tutto ciò che uno è e può diventare.
Secondo: integrativo si riferisce alla nostra teoria di metodo terapeutico
che integri concetti e tecniche da un ampio raggio di modi di contatto.
Noi riconosciamo con gratitudine, le introspezioni della terapia centrata
sul cliente, dellAnalisi transazionale, della terapia Gestalt
e delle prospettive psicoanalitiche contemporanee, particolarmente
gli approcci intersoggettivi della teoria delle relazioni oggettuali.
A differenza dellapproccio eclettico, noi abbiamo cercato di
costruire una terapia che è logicamente congruente ed in cui ogni
elemento o tecnica cresce fuori da un gruppo di concetti di base e
chiaramente definiti sulla natura delle relazioni umane; e noi abbiamo
riservato il diritto di scegliere e prendere e incorporare solo quegli
aspetti di quelle teorie e approcci che aderiscono allinterno
di una cornice consistente e teoricamente comprensiva e che abbiamo
sperimentato essere clinicamente utili.
Se tu hai letto fino a questo punto, speriamo che stai pensando qualcosa
come: mm
suona bene!
Ma ci sono molti libri, e molti di quelli hanno come obiettivo la stessa
cosa. Perché questo è differente? E una domanda giusta
e noi cercheremo di rispondere.
In un certo modo una delle richieste dellunicità di Al
di là ellempatia, emerse in parte per caso.
Terapeuti pieni di esperienza mi assicurarono che trovavano questo
libro utile e avvincente. Loro ci hanno affermato che il nostro modo
di scrivere era in un certo modo stratificato, e che con ogni lettura
loro scoprivano nuovi strati e significati che non avevano notato prima.
Ma anche terapeuti allinizio hanno trovato valore in questo libro
ed hanno potuto comprenderlo ed applicarlo nel loro lavoro con i clienti.
Noi ora realizziamo che i nostri sforzi di creare un libro leggibile,
libero da gerghi dialettali di come vediamo la terapia,
hanno dato come risultato un libro che può essere letto e usato
da persone di un ampio spettro di capacità terapeutica e di retroscena
culturale.
Forse parte della ragione per questampio spettro di utilizzo è che Al
di là dellempatia tende a trattare primariamente
con la base media di competenza terapeutica. Non è un libro sulla
capacità di comprensione di base o sulle conoscenze tecniche di
base con cui quasi ogni terapeuta comincia il suo training; ma non è neanche
focalizzato in maniera molto limitata su un approccio orientato tecnicamente,
tendente esclusivamente a vedere, in un modo singolo, le interazioni
umane. Piuttosto tende a tessere un ponte che collega la base, ognuno
lo deve imparare, ma laddove sono formate le capacità di una comprensiva
e coerente visione del processo terapeutico.
Affinché la teoria terapeutica su cui il nostro lavoro è basato
sia integrativa, nel nostro secondo senso della parola, poniamo insieme
parte di molte teorie differenti; coloro che praticano tutte queste
teorie, speriamo, troveranno le nostre idee utili.
I metodi della terapia descritti in questo libro sono ampliamente applicabili;
prevedono un gruppo di linee guida per la psicoterapia individuale
tradizionale, come può essere vista da molti dei trascritti che
abbiamo incluso. Essi sono utili sia nel lavoro a breve sia a lungo
termine.
Noi e i nostri studenti abbiamo utilizzato lapproccio con i clienti,
che sono stati in terapia per mesi e anche per anni e l abbiamo
anche usato in situazioni dove il contratto è per una singola
sessione di lavoro terapeutico. Come può essere visto nel capitolo
12, il nostro obbiettivo nelle relazioni rende la psicoterapia integrativa
particolarmente rilevante nel lavorare con le coppie; e come
abbiamo scoperto sia nei normali regolari gruppi di terapia, che in
seminari di training e workshop, provvede unampia efficiente
cornice per i gruppi di terapia.
Una parola sulla struttura di Beyond Empaty può essere
appropriata a questo punto.
Abbiamo diviso il libro in due principali sezioni: la prima sezione
parla della nostra teoria di terapia e che noi impieghiamo mentre utilizziamo
questa teoria abbiamo provveduto molti esempi presi dalle attuali sessioni
terapeutiche. Alcuni sono brevi, con solo poche transazioni, altri
sono fino ad una pagina e così in lunghezza. Nel tempo in cui
finiscono questi primi sei capitoli, dovresti anche avere ragionevolmente
chiaro cosa noi crediamo di fare terapeuticamente e perché lo
facciamo.
Nella seconda sessione del libro, noi ci muoviamo a lunghi trascritti,
così che tu puoi vedere come la psicoterapia integrativa attualmente
si sviluppa con il nostro lavoro con i clienti. Questi trascritti includono
soprattutto una sessione di terapia.
Non importa quanto possa essere chiara una teoria, i clienti nella
vita reale possono dipendere da qualcosa di unico tale da prendere
il lavoro lungo percorsi che non possono essere predetti. Noi vogliamo
dimostrarti i dettagli di questo processo e dimostrarti i pezzi di
lavoro dallinizio alla fine con nessuna interruzione o scorciatoia.
Le trascrizioni sono liberamente annotate con i nostri commenti sul
lavoro e le discussioni della scelta del terapeuta di interventi e
gli effetti di queste scelte sul progresso del lavoro. Come è molto
spesso il caso in libri sulla terapia, questo capitolo finale prevede
una retrospettiva, un avvolgimento diciamo, un lavoro finale di elaborazione.
Noi cerchiamo di mettere tutti i pezzi di un nuovo insieme allinterno
di una cornice che ti aiuterà a vedere come loro si relazionano
con tutti gli altri.
Bene, il compito è in parte completo: gli autori scrivono sempre
il primo pezzo del libro alla fine, non è vero?
Quello che rimane è riconoscere le persone le cui idee, creatività ed
aiuto hanno reso il nostro compito possibile, in vero senso reale,
questo non è solo il nostro libro, è costruito dal lavoro
di molti altri: i nostri predecessori, molti dei quali appaiono nei
riferimenti e sulle cui spalle noi stiamo in piedi; i nostri contemporanei,
le cui idee e motivi hanno stimolato il nostro modo di pensare e da
cui noi abbiamo assorbito più di quanto potevamo; i nostri clienti,
che continuano ad insegnarci mentre noi lavoriamo con loro.
Non cè modo che noi possiamo riconoscere tutte le specifiche
persone che hanno modulato il nostro modo di pensare, sono troppe!
Piuttosto noi siamo acutamente consapevoli che abbiamo assorbito le
idee degli altri e reso le loro, le nostre; ad un tale livello che
non possiamo più dire quali sono le loro e quali le nostre, spesso
sospettiamo che sono entrambe.
Senza sorpresa molte persone intelligenti, che vedono lo stesso fenomeno,
possono raggiungere simili conclusioni. Questo è il percorso della
scienza e questa è la natura dellintegrazione delle idee.
Mentre questo può rendere un approccio basato, ampiamente basato
e ben articolato, certamente complica il compito di dare credito, dove
il credito deve essere dato. Noi abbiamo cercato, nella prima sessione
del libro di provvedere equamente riferimenti estensivi.
Questo autorizzerà il lettore interessato, a tracciare idee collegandole
ad altre, il cui lavoro ha prefigurato, influenzato e confermato il
nostro modo di pensare.
Nei capitoli trascritti, e nel nostro capitolo sommario, abbiamo omesso
questi riferimenti estensivi, altrimenti sarebbe stato eccessivo.
Ci sono due gruppi di persone il cui contributo deve essere specificamente
riconosciuto: primo sono i membri dei seminari, incontri professionali
in corso, ed i programmi dei training dellIstituto della Psicoterapia
Integrativa. Un buon numero di discussioni di questi programmi erano
dedicati ad una analisi attenta e critica dei trascritti terapeutici,
molti dei quali possono essere trovati in Psicoterapia
Integrativa in azione. E questa analisi porta allo sviluppo
di concetti attinenti al fatto che sintonizzazione e coinvolgimento
sono essenziali al nostro approccio alla terapia.
I nostri colleghi dellIstituto di psicoterapia Integrativa, di
questi rogrammi, ci hanno aiutati a formulare idee, hanno discusso
appassionatamente con noi e ci hanno portato a chiarificare e a correggere
il nostro lavoro. La loro influenza pervade Al di là dellEmpatia e
senza di loro questo libro sarebbe quasi differente e molto meno. Mentre
noi siamo fieri del nostro lavoro, lo dovrebbero essere anche loro.
Secondo noi, vogliamo riconoscere laiuto che abbiamo ricevuto
dalle persone, nellincoraggiamento che abbiamo avuto nella sottomissione
del nostro primo parziale manoscritto, attraverso un lungo processo
per portarlo a diventare un libro, ad essere un libro, loro sono stati
straordinariamente daiuto. La risposta dei tre revisori anonimi è stata
gratificante, e gli editori ed i manager di produzione e poteva essere
di supporto.
A tutti tante e grazie, e grazie a te, caro lettore anche.. per essere
stato con noi attraverso questa lunga prefazione. Ed ora andiamo avanti
in Al di là dellEmpatia, a una
terapia della indagine, sintonizzazione e coinvolgimento.
Capitolo uno
Concetti di Base
Per generazioni gli psicoterapeuti hanno cominciato il loro
training imparando la capacità dellascoltare attivamente.
Studiavano le tre necessarie e sufficienti condizioni di crescita di
Rogers: genuinità, attenzione positiva incondizionata e reale
empatia. La maggior parte, forse tutti, portavano questi elementi fondamentali
in qualunque approccio tradizionale usassero.
La comprensione empatica offerta nel contesto di onestà e rispetto è il
principio di base che sostiene le relazioni terapeutiche in modo generale.
Quando Rogers per primo scrisse sul suo nuovo approccio centrato sul
cliente, i campi del councelling e della psicoterapia erano differenti
dal panorama terapeutico di oggi. Cerano essenzialmente due tipi
di terapia possibile: psicoanalitica e comportamentale. La psicoanalisi
era cara, pretendeva molto e in qualche modo era esoterica; gli approcci
comportamentali tendevano ad essere bruschi, netti e secchi, procedure
senza lungaggini. Rogers offrì unalternativa molto richiesta,
un modo di provvedere unarena dove le persone potessero tirar
fuori il loro dolore, i loro problemi, ed essere protagonisti dei cambiamenti
che volevano fare. Ma un innovatore, un pioniere, può andare lontano
solo fino ad un certo punto.
Cè un tipo di sinergia sullo sviluppo della psicoterapia
in cui ognuno di noi costruisce sul lavoro di quelli che sono venuti
prima e Carl Rogers, che ha scritto la terapia incentrata sul cliente,
non può aver conosciuto i contributi teoretici e pratici degli
psicoterapeuti e psichiatri degli ultimi quarantanni; non ha
potuto incorporare nei suoi pensieri il lavoro dei terapeuti della
Gestalt, dei neofreudiani, della psicoanalisi del Sé, degli analisti
transazionali, dei teorici inglesi della teoria delle relazioni oggettuali.
Mattone dopo mattone, ognuna di queste scuole, ed anche le altre, hanno
contribuito con le loro idee alla struttura di quello che gli psicoterapeuti
stanno facendo quando ci muoviamo nel XXI secolo.
Molte di queste moderne psicoterapie sono considerate integrative,
nel tentativo di integrare il meglio e gli aspetti più utili dei
vari approcci differenti. Gli autori di questo libro per molti anni
hanno praticato ed insegnato una psicoterapia integrativa. E una
teoria integrativa su un particolare focus, attenzione alla relazione.
Noi crediamo che il disagio psichico nasce da fallimenti relazionali;
i ripetuti fallimenti delle particolari valide relazioni di una persona
nellincontrare le necessità relazionali di base. Similarmente
noi crediamo che la guarigione occorre in un contesto di relazione
che attivamente risponde o incontra tali necessità. Questo libro è finalizzato
a descrivere il nostro metodo terapeutico, in esso noi parliamo di
come creiamo, manteniamo, sviluppiamo una relazione psicoterapeutica
di salute, di guarigione, una relazione che utilizza molti differenti
comprensioni e approcci alle persone ed ai loro problemi. Queste comprensioni
sono cresciute non solo dalle nostre idee ma anche dalle ricerche e
dalle esperienze cliniche di ospiti di altre terapie. Tutte queste
terapie, e non importa quanto ampiamente queste teorie possano differire,
condividono un debito comune a Carl Rogers, che rese la parola empatia
soprattutto sinonimo della nozione di relazione terapeutica. E tutte,
ognuna a modo proprio, sono andate al di là dellempatia
dando il loro proprio unico contributo al campo. Noi anche riconosciamo
questo debito, mentre ci imbarchiamo nel nostro viaggio al di là dellempatia.
Per capire un metodo è necessario conoscere qualcosa della teoria
sulla quale è basato. Questo è quello su cui è basato
il primo capitolo; la nostra prospettiva su come le persone vengono
ad essere quello che sono, come i problemi nascono in questo processo
del divenire e come una relazione terapeutica di guarigione, può aiutare
una persona a trattare con questi problemi. Una volta che noi ci troviamo
sulla stessa pagina teoretica, possiamo muoverci allobbiettivo
reale per cui il libro è stato scritto, esprimendo il metodo di
effettiva psicoterapia
Contatto e Sano Sviluppo.
Una delle più consistenti attività dello sviluppo
umano è il nostro tentativo di entrare in contatto con gli altri.
Questo movimento nei confronti del contatto, è naturale come il
movimento di un fiore nei confronti del sole, è la prima manifestazione
che si può osservare del bisogno di relazione che caratterizza
tutti gli organismi umani attraverso il corso della vita. Questo desiderio
del bambino, di raggiungere il contatto nella relazione, è una
strada a due corsie: il neonato risponde al contatto appropriato avviando
comportamenti che indicano piacere e confort e, ladulto che si
prende cura di lui (e anche quello che non si prende cura) è ripagato
dalla risposta del bambino. La soddisfazione di sentire una piccola
mano piegata intorno al tuo dito e di vedere una faccia che si illumina
con un sorriso, è pressoché universale. E sebbene il neonato
non possa dire in parole la sua soddisfazione corrispondente, noi possiamo
certamente dedurre, dal suo comportamento di ricerca e i suoi sorrisi
affettuosi, il suo rilassamento, il suo essere affettuoso quando il
contatto interpersonale è raggiunto. Questa soddisfazione è per
laltro lì, il contatto con gli altri è unesperienza
primaria nel comportamento umano. Gli umani lottano per esso sin dalla
nascita, e quando è raggiunto appropriatamente, sono universalmente
ripagati da esso. Non solo tale contatto interpersonale è ripagante, è necessaria
la interazione reciproca con altri esseri umani; senza la relazione,
i bambini non crescono in modo da diventare persone persone, anzi cè unevidenza
convincente che non crescono del tutto.
Il vecchio termine marasma, ed il più moderno fallimento nel crescere,
si riferiscono entrambi agli effetti psicologici, che la mancanza di
contatto nella relazione può avere su un bambino.
Le conseguenze psicologiche della mancanza di contatto nella relazione
sono anche devastanti; anche se un bambino si arrangia a sopravvivere
fisicamente, nellassenza di contatto umano adeguato, è incapace
di funzionare normalmente in ambiente umano. Quando i bambini non fanno
esperienza di contatto interpersonale, quando sono privati di relazioni
reciproche con altre persone, sono incapaci di comportarsi ed interagire
in modi che noi definiremmo umani. Il danno al senso della persona,
al senso del sé della persona e della di lui o di lei abilità di
relazionarsi con gli altri è probabilmente irreparabile.
Il sé umano è un prodotto di relazioni e dellazione
che parte dallambiente del bambino sin dalla nascita. Il bambino
che cresce con relazioni con risposte inadeguate, con contatti insufficienti,
non può sviluppare un adeguato senso del sé. I bambini hanno
bisogno di persone che si prendono cura di loro per provvedere alle
necessità della vita, il semplice contatto con queste persone è necessario
come il cibo o laria.
Nel corso dello sviluppo normale, le ore e i minuti della vita sono
punteggiati da molti tipi diversi di interazione con il mondo intorno
a noi. Uno dei primi compiti del bambino che cresce è risolvere
questo nuovo e complicato mondo: separare parti del sé da parti
dellambiente circostante, cose viventi da cose non viventi, persone
da non persone, la complessità delle variabili coinvolte; i bambini
sono incredibilmente bravi a figurare queste differenze. Dalla fine
del primo anno di vita la maggior parte di noi ha il nostro ambiente
quasi ben categorizzato e ha fatto un notevole cammino nel sociale
e nelle situazioni interrelazionali con cui convivremo il resto della
nostra vita. Cosa è nel contatto con gli altri? Che è così importante
per lo sviluppo umano? E dallaltra parte della domanda, cosa
cè nella mancanza di contatto che è così traumatizzante?
Perché i bisogni fisici di un bambino si incontrano, sono soddisfatti
(ignorando la possibilità che ci può essere qualche attuale
necessità psicologica attraverso la stimolazione attiva della
pelle e di qualche contatto di qualche specie)? Potrebbe, questo bambino,
non essere in grado di crescere e svilupparsi in un modo ragionevolmente
normale, che ci sia o no la relazione con altre persone.
La risposta è legata alla natura dellessere psicologico
degli esseri umani. Gli umani sono inequivocabilmente degli esseri
sociali, lessenza della nostra umanità è implicitamente
legata ai modi in cui ci relazioniamo con gli altri.
Noi siamo concepiti e nati con una matrice di relazione e viviamo tutta
la nostra vita nel mondo, che è come inevitabilmente e costantemente
popolato di altri umani sia esternamente, la maggior parte del tempo,
che internamente, tutto il tempo: in fantasie, aspettative e memorie.
Lumano, lessere umano, deve essere in relazione con gli
altri, sviluppare queste relazioni è un fondamentale aspetto della
nostra crescita. Noi non possiamo vivere come umani senza di loro e
il nostro ambiente deve provvedere le opportunità per svilupparle
ed usarle, mentre noi andiamo avanti nella vita.
Le relazioni nelle quali il bambino è abbandonato, fisicamente
o emozionalmente attaccato, sono traumatizzanti per il bambino, ma
la mancanza totale di relazione è di gran lunga peggiore.
Contatto interno
Finora noi ci siamo riferiti al contatto in termini di relazioni
con gli altri, cè un altro aspetto del contatto tuttavia,
che è ugualmente importante: il contatto con se stessi. Così come
degli esseri umani sono consapevoli di relazionarsi al mondo esterno
ed alle persone in esso, così devono essere capaci, essere in
grado di relazionarsi al loro mondo interno. Questo mondo interno è il
mondo delle sensazioni, emozioni, idee, fantasie, desideri e bisogni.
E tutto quello che va dentro la nostra pelle, così come
trasmesso ed organizzato dal sistema nervoso centrale.
Il sistema nervoso ed il cervello in un neonato è, ovviamente,
non pienamente sviluppato. La sua organizzazione di tutto il materiale
interno deve essere in qualche modo primitiva. Curiosamente tuttavia,
in alcuni modi il giovane bambino può essere più consapevole
della realtà interna e più in contatto con essa di molti
adulti.
I bambini sani non hanno ancora imparato che è inaccettabile o
non utile rispondere a tutti gli eventi esterni: lo stomaco si contrae,
piangono; le feci si muovono nellintestino, bisogna espellerle;
viene il desiderio della madre, si cerca la madre. I bambini sani,
i bambini che non sono stati danneggiati dal loro ambiente, non sanno
come censurarsi nel modo in cui gli adulti hanno imparato a fare. Essi
non spingono via eventi interni che annoiano o che non sono desiderati.
Non appena i desideri nascono, i bambini si preoccupano di dare loro
soddisfazione immediatamente.
Quando questo capita, i bambini sono in pieno contatto con la loro
esperienza interna che è in corso. Ovviamente non cè modo
che nessuno, bambino o adulto, può dar corso o dare ascolto a
tutte allo stesso tempo; è semplicemente troppo, internamente
e esternamente per prenderle tutte in considerazione. La nostra attenzione
si muove da una cosa allaltra: dallinterno allesterno
e da questo desiderio alla percezione ed indietro ancora. Il contatto è realmente
un verbo e non un nome, è una dinamica piuttosto che una situazione
statica, è simile alle luci lampeggianti che giocano sui contenuti
di una stanza vuota e scura, illuminando prima quelloggetto,
e poi quellaltro e non è un movimento casuale tuttavia,
fanno contatto, cè una navetta tra gli eventi interni e
quelli esterni.
Noi ci muoviamo dalla consapevolezza del sé alla consapevolezza
dellambiente e specialmente di altre persone in quellambiente,
dal sé allaltro se e indietro ancora. Cè molto
di più che potrebbe essere detto sullo sviluppo del contatto esterno-
interno e quanto cambia nel corso della vita di una persona, ma questo è un
libro sulla psicoterapia e solo incidentalmente sullo sviluppo generale
umano.
La psicoterapia come la vediamo, è una relazione che può essere
utilizzata per sanare i traumi cumulativi delle precedenti rotture
nelle relazioni. Noi andiamo ora al ruolo della relazione nello sviluppo
umano e specificatamente di come il nostro contatto con le altre persone,
incide nel modo in cui noi comprendiamo lesperienza del mondo.
Relazione è diventare umani
E attraverso la relazione che un bambino impara a creare
contatti interpersonali, in modi successivamente possibili ed inclusivi.
E attraverso le relazioni che questo stesso bambino impara a
creare; lui e lei imparano che io e me sono separati e distinti dal
te, è attraverso le relazioni che il bambino impara ad accettare,
impara appropriatamente tutti gli aspetti interni, a riconoscere i
bisogni, i sogni ad occhi aperti, a essere affamato o triste o pieno
di gioia o spaventato, ad unire il contatto interno con lesterno,
domandare aiuto, gioire le transazioni interpersonali che ci rendono
pienamente umani; ed infine è attraverso le relazioni che il bambino
sviluppa interessi sociali, il senso della relazione, lempatia
e la compassione che ci autorizza a sopravvivere come specie su questo
pianeta.
Quando le relazioni sane non sono disponibili, i bambini si devono
prendere cura di se stessi.
Essi come tutti gli esseri umani, devono imparare a gestire e maneggiare
eventi esterni dolorosi, con lo sconforto di bisogni interni che non
sono soddisfatti.
Quando i bambini sono stati privati del contatto e hanno bisogno di
relazioni che corrispondano loro, sono frustrati; è probabile
che sviluppino aspettative che nessuno sarà lì per aiutare,
realmente aiutarli, con il tipo di aiuto di cui hanno bisogno, ora
ed in futuro.
Bowlby ed i suoi studenti hanno identificato questa aspettativa come
attaccamento evitante, e questa frase ci dà un sapore di ambivalenza
e della tensione che una persona così deve vivere.
E terribilmente doloroso desiderare senza nessuna speranza di
avere o desiderare, con nessuna possibilità che i desideri siano
soddisfatti. Il risultato può essere quello che uno impara non
a fare esperienza delle proprie emozioni pienamente, perché la
loro esperienza solo ci fa soffrire di più, non riconoscere i
desideri di relazioni per la stessa ragione, e alla fine a separare
pensieri che non hanno regole e sensazioni e desideri in separati scomparti
della psiche, che sono isolati dalla consapevolezza.
La relazione nutre, stimola e ristora.
Rispondere ad un altro, ed avere risposte a turno, ci autorizza a scoprire
quello che siamo, quello che vogliamo, come ci pensiamo e quello che
pensiamo. Quando questo processo è impedito da relazioni con responsabili
assenti, la capacità di gestire situazioni, che noi sviluppiamo,
tenderà ad interrompersi sia allinterno sia allesterno
e la conseguenza sarà che impariamo a dividere e a frammentare
importanti aspetti del sé.